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Ristrutturare casa: meglio sconto sul prezzo o cessione della detrazione?


(fonte immobiliare.it)

Qual è la scelta migliore quando si vuole risparmiare sulle ristrutturazioni? Per quanto riguarda i lavori agevolabili fiscalmente, compresi quelli per l’efficientamento energetico, il decreto crescita prevede due possibilità: la cessione della detrazione oppure uno sconto sul prezzo da parte del fornitore. Cosa conviene di più?

Per quali lavori è possibile scegliere

Come riportato da un articolo de Il Sole 24 Ore, le tipologie di ristrutturazione che permettono questa scelta sono quattro: in primo luogo tutti gli interventi sul risparmio energetico passibili di ecobonus, su parti comuni di condomìni o su singole unità abitative, detraibili dal 50% al 75%.

Rientrano in questa possibilità anche due tipi di misure antisismiche: quelle effettuate su parti comuni di edifici condominiali che permettano di ridurre di 1 o 2 classi di rischio, detraibili dal 75% all’85%; quelle combinate con la riqualificazione energetica, che prevedono una detrazione all’80% o all’85%.

L’ultima tipologia riguarda l’acquisto di unità immobiliari da imprese che le abbiano demolite e ricostruite, anche in questo caso con una riduzione di 1 o 2 classi di rischio sismico, detraibili dal 75% all’85%.

Guardare al caso concreto

Più che fare un ragionamento teorico, è meglio tenere conto delle circostanze concrete: in particolare, i prezzi reali e quale ditta si occuperà dei lavori. La legge prevede, ad esempio, che lo sconto sia pari all’ammontare della detrazione: per questa ragione esso può apparire come l’opzione più conveniente. Ma se chi propone lo sconto aumenta il prezzo di partenza, il vantaggio sarà azzerato. È quindi utile confrontare le proposte dei vari operatori sul mercato.

L’altro passaggio è capire quale tipo di azienda eseguirà la ristrutturazione: quelle medio grandi potrebbero subappaltare i lavori a imprese di minori dimensioni, per guadagnare nonostante lo sconto.

Cessione ai familiari

Il più delle volte, le imprese non sono disposte ad acquistare il credito d’imposta e agire come una specie di banca per il cliente. Si può, tuttavia, permettere ad altri soggetti di ricevere la cessione. Questo conviene soprattutto se il proprietario dell’immobile è un contribuente incapiente, perché il bonus può anche essere comprato da una banca, da un conoscente o un parente: in questo caso il credito rimane in famiglia e si evitano dispersioni.

Se si parla di beneficiario non incapiente, invece, la detrazione può essere ceduta solo al fornitore o a un altro soggetto privato legato in qualche modo al rapporto che ha generato il bonus, ad esempio un altro condomino o il cointestatario dell’immobile.

di Giulia Dallagiovanna